29 febbraio 2012

Intervista al Presidente della BCC Valdostana Martino Cossard (prima parte)

Martino Cossard
Nell'occhio del ciclone  per la vicenda Lavoyer  la Bcc Valdostana (21 sportelli e 126 dipendenti) ha



Può darci alcune anticipazioni sul bilancio 2011 della Bcc?
Si tratta di un anno molto positivo come risultato economico. Gli impieghi sono cresciuti del 6%.
Nel 2011 avete anche aperto un nuovo Sportello su Aosta?
Un dato alto rispetto alle previsioni e agli obiettivi che ci eravamo posti. Si è trattato di una chiara richiesta del mercato che abbiamo cercato di esaudire nei limiti di patrimonio e liquidità che possiamo
permetterci in un simile contesto di crisi. Anche la raccolta diretta pari a 518 milioni è lievemente
cresciuta con un +1,8% rispetto al 2010. Gli impieghi hanno raggiunto invece quota 447 milioni. Chiuderemo il bilancio con un risultato di gestione ante-imposte importante pari a 3,2 milioni di utile contro l'1,2 dell'anno precedente. Nel 2011 abbiamo poi raccolto 2,5 milioni di capitale sociale con l'obiettivo di consolidare il patrimonio. Un aspetto, insieme all'attenzione alla liquidità, fondamentale nel nuovo scenario creditizio. Questo ci ha dato poi lo spunto per impostare un 2012 che sarà ulteriormente di consolidamento.



L'apertura di Aosta Nord aveva l'obiettivo di utilizzare al meglio le risorse che abbiamo. Noi avevamo un cost/income, cioè un rapporto tra i costi operativi e il margine di intermediazione, molto alto. In questa logica attraverso un accordo sindacale abbiamo alleggerito il numero degli occupati di tre unità con un esodo incentivato. Gran parte del nostro impegno poi in questi mesi - direi dalla metà dell'anno scorso - è andato verso quella attenzione spasmodica a far sì che i periodi di liquidità corrispondano con le erogazioni del credito. Un'attenzione che negli anni passati le banche non erano abituati ad avere. Oggi, a differenza di qualche anno fa, l'ultimo dei problemi è il fare crediti. La domanda è continua. Adesso l'attenzione si concentra tutta sulla liquidità. Anche perché ci sono alcune novità normative che rendono tutto più difficile. Basta pensare alle tesorerie dei comuni. Le eccedenze di liquidità delle amministrazioni dovranno essere versate allo Stato e non più mantenute sui conti del Comune. E questo ovviamente porta via liquidità agli istituti che gestiscono le tesorerie. Comunque posso dire che abbiamo fatto fino in fondo il nostro dovere di sostegno dell'economia locale. (continua)

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