7 aprile 2014

I miei valdostani: Fabrizio #Gallino in arte blogger #Enofaber | Indica i tuoi #vini e produttori preferiti

Propongo il primo post in cui invito wineblogger, gestori di enoteca, semplici appassionati ad indicare quali sono i loro produttori ed i vini valdostani preferiti. Si inizia con Fabrizio Gallino in arte blogger Enofaber. Spero che altri decidano di partecipare...


Chiedermi uno scritto in cui dovrei dire quale è il mio vigneron preferito è un po' come chiedere a una mamma qual è il preferito tra i suoi figli.

Già, i miei viaggi, i miei assaggi ed infine il mio libro Vino in Valle, mi hanno fatto innamorare della Valle d'Aosta e dei suoi vini. E quando uno è innamorato corre il rischio di non essere obiettivo, siamo onesti.

C'è poi un'altra difficoltà: buona parte dei vignerons sono oramai da ascriversi alla categoria amici. E diventa difficile fare una scelta che vada al di là dell'aspetto personale e umano.

Allora faccio un gioco mentale: quali sono le 3 bottiglie valdostane che ti porteresti in un'isola deserta o quali vorresti bere prima di passare all'aldilà?

Bene...

VdA Doc Cornalin di Frerés Grosjan: non ho indicato il millesimo appositamente. In questo momento il 2011 è spettacolare, ma forse la maison non ne dispone più. Il 2012 è ottimo, ma ha ancora tantissime potenzialità da tirare fuori. Il Cornalin mi piace per i suoi sentori "cupi e scuri", legati alla terra, al sangue, al selvatico. Poi c'è un fiore algido e un frutto leggermente maturo. Ma la sua beva è quella che colpisce di più: freschezza, sapidità, allungo finale da vero campione.

Petite Arvine di Elio Ottin: anche qui non metto l'annata. Se avete la fortuna di possedere una bottiglia con qualche anno sulle spalle sappiate che siete fortunati (e mi aspetto un invito per assaggiare): un vino che ha una doppia anima. Da un lato la verticalità, la sapidità, la freschezza tagliente e affilata, il ricordo della montagna e della roccia. Dall'altro ha un profilo materico, polposo che unito al precedente aspetto crea un vino a tutto tondo, buono da giovane, da sogno con l'invecchiamento

Metodo Classico Brut de La Cave de Morgex: il metodo classico "base" della Cave. Un Prié Blanc di fascino, di sostanza e fine eleganza. Una bolla che vorrei avere spesso e volentieri, per la freschezza e la fragranza che riesce ad esprimere.

Poi di vini del cuore ne avrei tanti altri: il Pequé-Na di Gerbelle, il Muscat secco di La Vrille, il Broblan di Anselmet, il Rouge Tonen di Priod o il Saint Ours di Moriondo. 

E più scrivo più me ne vengono in mente: ma qui entra in gioco il cuore e la passione per la splendida terra valdostana che merita di essere raccontata e fatta conoscere ovunque per le sue peculiarità.

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