10 aprile 2014

Laurent Vicquéry (Giovani #Confartigianato): «Vogliamo far conoscere di più la professione dell'#artigiano nel mondo della #scuola»

Laurent Vicquéry (Confartigianato)
Intervista a  Laurent Vicquéry, presidente dei Giovani di Confartigianato e titolare della Visamultimedia. 

Prima di tutto direi di dare un’idea della tipologia di imprese che aderiscono a Confartigianato...
Un ambiente molto variegato. In Valle oltre 1500 imprese che abbracciano un èpo’ tutti i  settori dell’artigianato, sia quello classico, tradizionale, ma pure quelli più innovativi. La fanno ovviamente da padroni l’edilizia, l’impiantistica senza dimenticare tutto il settore del benessere, dell’arredo. Insomma un mondo molto ampio che ricopre il saper fare, il made in Italy anche in questa piccola regione

Il piccolo imprenditore come sta vivendo questa crisi?
Accidenti come ci piacerebbe non parlare più di crisi. 2007-2008 è stato indubbiamente il periodo più funesto. Oggi per, secondo me, ciò che bisogna fare è pensare che la crisi non è più un qualcosa da superare, ma una situazione nuova a partire dalla quale occorre rinnovarsi. Prendo volentieri in prestito le parole del nostro Presidente nazionale, l’amico Nardin, che sostiene spesso che non sono cambiate le regole del gioco, ma è cambiato il gioco. Si tratta di una situazione completamente nuova in cui bisogna sapersi muovere. Il piccolo imprenditore che di suo è abitualmente estremamente dinamico forse meglio di altri soggetti ha saputo adattarsi a questa situazione. Uno scenario difficile ma c’è l’entusiasmo per fare meglio.

Qual è la situazione dei giovani imprenditori nell'artigianato?
Sono attivi. Sono in crescita. Evidentemente ci sono delle difficoltà sia per chi inizia, sia per chi è da poco nel mondo dell’impresa, c’è però veramente grosso entusiasmo e capacità di adattamento.

Quanti sono i giovani imprenditorie quali sono i settori più gettonati?
In Valle le imprese under 40 sono 400, mentre a livello nazionale ne contiamo 65mila. Un settore vivo. Una delle questioni più difficili da affrontare è la trasmissione di impresa. Il valore grosso di Confartigianato è quello di dare continuità alle proprie imprese. Molti giovani artigiani  lo sono in quanto hanno saputo recuperare e innovare quella che era l’azienda di famiglia. Questo è un valore molto importante e garantisce linfa vitale a queste aziende. I settori più forti in realtà sono gli stessi di vent’anni fa, ma c’è un’innovazione che ha cambiato i processi, ha cambiato i prodotti ma spesso seguendo il solco già tracciato.

Che tipo di attività svolgete come associazione? Lei fa parte anche del direttivo nazionale…
Confartigianato è strutturato  a livello provinciale, regionale e nazionale per dare voce a tutti. E’ un’associazione molto collegata ai lavoratori, al reale. L’attività che più ci preme è quella del fare sindacato. Confartigianato vuole rappresentare le istanze degli imprenditori. Lo vuole fare al meglio, in tutti i settori e con il supporto fattivo delle imprese. Se ci sono discussioni importanti sono gli stessi imprenditori del settore che si muovono e ci aiutano nell’affrontare la problematica. Poi si fa formazione, informazione.

Un progetto particolare a livello nazionale?
Si sta cercando di modificare il modo di rapportarsi con i giovani in modo da renderli parte attiva del processo. Anche nel gruppo giovani dobbiamo un po’ svecchiare in quanto vorremmo che gli attori principali  non fossero i giovani di 35-40 anni, ma di 25-30 e per farlo stiamo lavorando moltissimo sui social network su ciò che i giovani apprezzano e condividono e stiamo portando avanti un progetto molto importante sugli incubatori di impresa affinché  le start up si trasformino in un progetto in grado di dare vita a delle imprese interessanti. Sul sito nazionale si possono trovare molte informazioni su questo progetto.

A livello personale come vive il fare impresa? 
Come una sfida continua che ogni tanto mette in difficoltà ma che può dare grandissime soddisfazioni. Fare impresa permette di esprimere se stessi, di scegliere cosa fare, come farlo. Nel mio caso il lavoro è la mia passione.

Di cosa si occupa?
Visamultimedia nasce come studio grafico molti anni fa’. Oggi si occupa di comunicazione a 360°, in particolare produzione di web con tutto il mondo multimediale cui si affianca tutta una parte legata all’immagine, cioè fotografia, audiovisivo. L’aspetto più interessante è quello di incontrare persone e aziende sempre nuove e sempre diverse con le quali collaborare e, quindi, affrontare progetti diversissimi e cercare di dare ad ognuno delle risposte interessanti. Fare questo e farlo tutti i giorni è già di per se un buon avvio.

E’ una scelta insomma che rifarebbe?    
Assolutamente sì.

Che cosa manca in Valle per affrontare meglio la crisi? 
Credo che l’aspetto principale sia quello di migliorare le sinergie. Innanzitutto  fra imprenditori, fra associazioni – anche noi dobbiamo fare autocritica - ma pure con le istituzioni. Troppo spesso ognuno ha lavora rato per conto proprio sicuramente convinto di fare il meglio ma alla fin fine parlandosi poco. Questo ha portato a investimenti poco ottimizzati, ad alcune norme che non hanno semplificato come avrebbero dovuto. Il fatto di parlarsi di più e di essere più attenti elaborando i problemi insieme porterebbe sicuramente a soluzioni migliori.

Oltretutto voi fate parte di Rete Impresa Italia?
Incontrarsi spesso fra imprese dell’artigianato e del commercio, ragionando su problemi che di fatto sono comuni è la soluzione e l’associazione è lo strumento giusto per fare un passo avanti.

Qualche iniziativa da segnalare?
Vorrei ricordare un appuntamento di qualche giorno. Il 18 febbraio 60mila persone si sono ritrovate a Roma per chiedere al Governo di essere più attento alla piccola impresa. Troppo spesso ci viene detto che siamo l’ossatura del Paese che rappresentiamo il 95% della forza lavorativa – del resto il 97% delle imprese non ha più di 15 dipendenti – però troppo spesso ce ne si dimentica. E allora Rete Impresa Italia ha organizzato questo appuntamento a Roma che ha visto una  piazza festosa ma molto determinata a rivendicar quello che è il suo ruolo all’interno della società italiana.

Una novità associativa?
Un progetto cui teniamo molto e che vogliamo portare avanti come giovani con il supporto ovviamente dei senior è legato alle scuole per avvicinare il mondo della scuola e quello dell’impres ache ancora oggi sono troppo lontani. Ce ne accorgiamo ogni volta che ospitiamo in impresa  un apprendista, un ragazzo giovane che ha appena terminato gli studi. Per porre fine a questo gap abbiamo individuato due interventi: da un lato essere più presenti nelle scuole laddove i ragazzi e i genitori cominciano a fare le scelte, cioè alle scuole medie, per far comprendere che cosa è un’impresa artigiana e liberare il campo da alcuni pregiudizi. Oggi essere imprenditori artigiani vuole dire occuparsi di web, comunicazione, microchip, cioè le cose più moderne, oppure essere in grado di svecchiare i mestieri di un tempo. Ci piacerebbe entrare nelle scuole, incuriosire i ragazzi e farli pensare che il mondo artigiano può essere una soluzione, una strada da scegliere. Non l’opzione B, ma A in quanto offre delle opportunità di crescita anche personale molto interessanti. Immaginiamo anche di istituire delle borse di studio attraverso un concorso per premiare i ragazzi che si dimostrano più interessati, che hanno le idee migliori. E’ un lavoro che va fatto anche sui genitori i quali considerano la piccola impresa come una soluzione B per  i propri figli. Ci tengo a sottolineare che la maggior parte degli imprenditori Under 35 sono oggi laureati. Di conseguenza essere artigiani non significa abbandonare gli studi, ma al contrario fare degli studi mirati che siano di management, legati all’innovazione, del saper fare. Insomma ragazzi istruiti ma che vedano l’impresa artigiana come una realtà seria. Il secondo binario in fine è quello dell’Università, avvicinare cioè ragazzi che i studi li hanno quasi ultimati per far loro capire che l’impresa artigiana li può ospitare in un momento di scambio tra parte teorica e pratica. Faccio un ulteriore esempio. La Giunta nazionale giovani proprio recentemente è andata a Glasgow per una tre giorni dove si sono incontrati studenti e insegnanti per cercare di creare un protocollo affinché quegli studenti possano essere ospitati nelle aziende italiane. Lassù c’è infatti un impegno eccezionale fra i ragazzi per la creazione di brevetti e idee nuove che ci piacerebbe portare nelle aziende italiane e creare anche in questo caso sinergia.

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