9 ottobre 2015

Giusto Giovannetti (#CCSAosta): il nostro impegno per l'#Agricoltura #ecosimbiotica

Giusto Giovannetti
L'UNASA (Unione Nazionale delle Accademie italiane per le scienze applicate allo sviluppo dell’agricoltura, alla sicurezza alimentare e alla tutela ambientale) organizza per il 14 ottobre, all'interno del ciclo di eventi denominati «La cattedra del Contadino», un Workshop sul tema «Nuovi scenari nell’industria agroalimentare: gli Alimenti Funzionali e Nutraceutici».

Il Workshop vuole essere un’occasione di interscambio di idee e progettazioni tra aziende e i ricercatori CNR della rete Nutrheff  ed UNASA impegnati nel settore degli alimenti funzionali e nutraceutici. Nutrheff vanta un portafoglio di brevetti e capacità di approccio multidisciplinare, in grado di stimolare l’avvio di progetti di ricerca applicata o fornire soluzioni tecnologiche alle aziende. L'incontro rappresenta pertanto un'occasione unica di stimolo volta a favorire innovazione e competitività nei settori dieto-terapeutico ed alimentare.

L'evento si svolgerà presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche - Area di Ricerca di Milano, in via  Via Corti 12. Fra i relatori Giusto Giovannetti, del Centro colture sperimentali (CCS) srl di Aosta, di cui mi sono spesso occupato in questo blog, che interverrà sul tema «L'immunocompressione delle coltivazioni agricole ed i risultati nutraceutici dell'inoculo di un biota microbico, il Micosat F». Giovannetti presenterà la filiera dell'Agricoltura ecosimbiotica.

Propongo un assaggio dell'intervento di Giovannetti.

L’AGRICOLTURA ECOSIMBIOTICA
LA SOCIETÀ CCS AOSTA 

La CCS AOSTA in linea con questa nuova visione dell’agricoltura produce da 20 anni un inoculo di un biota microbico,un consorzio di diversi microrganismi, chiamato Micosat, un prodotto della biotecnologia verde frutto della ricerca italiana che permette il recupero in poco tempo della vitalità microbiologica della rizosfera e del suolo ed il ripristino dei rapporti positivi tra pianta e biota microbico.

Micosat ristabilisce la rete di comunicazione tra le piante, la capacità di assimilazione delle piante degli elementi utili, la loro capacità naturale di difendersi dagli attacchi dei patogeni. Le piante utilizzano in modo diverso le loro capacita di difesa. Le piante che hanno una componente microbica viva ed attiva mostrano una capacità metabolica, metabolomica, diversa da quelle coltivate tradizionalmente. Esse utilizzano un numero maggiore di geni, producono una maggiore quantità, misurabile, di antiossidanti ed una migliore qualità nutraceutica dei prodotti agricoli.

Micosat interviene in questo processo, l’inoculo microbiologico accelera lo sviluppo delle piante e le rende più resistenti agli attacchi dei patogeni. La CCS Aosta detiene due brevetti inerenti l’uso del Micosat ed un marchio che distingue i prodotti ottenuti con una filiera produttiva che rispetta il biota microbico delle piante, il marchio dell’ Agricoltura Ecosimbiotica.

Alcune applicazioni del Micosat, un prodotto inscritto nel registro dei fertilizzanti nel 2005, formato da un biota microbico,dimostrano che il recupero funzionale microbiologico della pianta può cambiare la sua capacità di resistenza anche verso patologie che non sono risolvibili con trattamenti a base di fitofarmaci.

Ne sono un esempio l’induzione di resistenza verso la flavescenza dorata in un vigneto del Monferrato, contro il fitoplasma del giallume delle drupacee, una sperimentazione di campo condotta dal Centro di saggio del Consorzio di Ravenna ed infine il risultato della lotta contro la ruggine del caffè, una prova condotta in Perù. La flavescenza dorata che danneggia in modo significativo i vigneti del Monferrato forse non è la causa principale della patologia ma una concausa conseguenza di uno squilibrio dovuto all’impoverimento della parte microbiologica dei suoli agricoli a causa di una cattiva agricoltura dominata in questi anni da un eccessivo uso dei fitofarmaci.

 Sono circa 70 anni che la difesa della vigna è affidata esclusivamente all’uso di fitofarmaci,alcune conseguenze purtroppo sono anche nefaste .Le viti sono divenute deboli, muoiono in fretta e si ammalano di tutto. Tra questi nuovi malanni ci sono i fitoplasmi, che erano presenti anche prima ma non producevano i disastri che oggi osserviamo. Per poter curare le viti malate da fitoplasmi è necessario cambiare drasticamente approccio colturale, ripristinando la biodiversità microbica, almeno in parte, altrimenti ogni tentativo non sortirà risultati, come si può osservare in Monferrato negli ultimi dieci anni di trattamenti obbligatori all’insetto vettore.

La CCS Aosta produce inoculi microbici per il recupero della funzionalità fisiologica delle piante coltivate. Negli ultimi anni sono state effettuate delle prove in vigneti del Monferrato che hanno dato delle indicazioni positive e sollecitato l’attenzione degli agricoltori.

Alcuni esempi più nel dettaglio

FRUTTETO A MIRABOLANO
 In collaborazione con il Centro di Saggio del Consorzio Agrario di Ravenna, è stato effettuato a Mirabolano un trattamento con il Micosat per tre anni in un frutteto di un ettaro impiantato da 12 anni con susino Angelano,che presentava nel 2007, sintomi di giallume europeo delle drupacee (ESFYP) per il 30,2 %. Nel 2010 le piante trattate presentavano sintomi di malattia solo per il 2,7%.

 CAFFÈ IN PERÙ 
Negli anni 2013 -2014, in collaborazione con l’Azienda Chimica Svizzera, è stata condotta in due località del Perù, una prova contro la ruggine del caffe, l’Hemileia vastatrix. Con il trattamento di Micosat, la presenza della ruggine del caffè è scesa dal 13% allo 0,3%.

IL LATTE 
L’azienda agricola dei fratelli Piero e Gian Paolo Chiappero, di Carmagnola regione Colombé, azienda foraggera zootecnica tradizionale, ma moderna,alimenta le circa 50 bovine Frisone con insilato e pastone di mais, aggiunto di fieno, di prato stabile e di loiessa, il tutto micorrizzato con Micosat (c.d.Unifeed) integrato da poco mangime acquistato. Nel triennio scorso l’azienda, con altre tre, ha partecipato ad un progetto scientifico, il Pro-Lacte, centrando gli obiettivi sia economici, sia tecnici che scientifici. In sostanza, l’economia della gestione ha segnato un +8% in quanto la produzione di insilato è incrementata in media del 17%; la produzione di latte delle bovine,grazie al miglioramento dell’appetito e dello stato di salute ha segnato un +4%; la qualità del latte più proteine, piùgrasso, meno cellule somatiche, è fortemente migliorata rispetto a quando era somministrato il mais non micorrizato, determinando un forte aumento del prezzo del latte alla stalla. Il latte Ecosimbiotico ha una reale valenza nutraceutica in quanto presenta caratteristiche casearie nutrizionali migliorate: è infatti più ricco di Vitamine A ed E, di proteine e di grasso ma soprattutto il grasso contiene dal 30 al 40 % in meno di acidi grassi saturi (i quali hanno una funzione prevalentemente energetica) mentre i grassi insaturi che arricchiscono il latte Ecosimbiotico (oleico, palmitoleico e linoleico) hanno proprietà antiossidanti e sono in grado di favorire la formazione dell’ HLD (c.d. colesterolo buono).

I FORMAGGI 
Il Caseificio Luca Persia di Cavallermaggiore, che ha partecipato al progetto ProLacte, trasforma tutto il latte Ecosimbiotico dell’azienda Chiappero in formaggio Ecosimbiotico. Grazie alle registrazioni di tracciabilità totale dal latte al formaggio, Persia ha registrato che il latte dell’azienda Chiappero aveva una resa casearia superiore rispetto aquella di tutti gli altri fornitori. Ora il formaggio Ecosimbiotico del caseificio rappresenta il 15% della produzione, venduta in filiera corta ma soprattutto a negozi e centri specializzati.

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